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IL CANE NELLA STANZA DI PSICOTERAPIA

IL CANE NELLA STANZA DI PSICOTERAPIA

Negli ultimi anni, grazie alla diffusione della Pet Therapy, l’utilizzo degli animali in situazioni di recupero e di sviluppo di skills personali è sempre maggiore. Anche nella mia pratica clinica, dopo essermi adeguatamente formata in merito, ho potuto contare sul prezioso aiuto del mio cane, un dobermann di 8 anni di nome Blanka. Vi racconto com’è andata con una paziente terrorizzata dai cani.

M. era una giovane ragazza che soffriva di cinofobia, la fobia dei cani. Questa specifica angoscia non le era innata, ma era comparsa a seguito di un evento traumatico: qualche anno prima, mentre passeggiava per le vie del suo paesino, era stata aggredita e “pinzata”, fortunatamente senza riportare alcun danno fisico, da un grosso cane che era riuscito a scappare dalla propria abitazione. Da quel giorno aveva iniziato a nutrire vero e proprio terrore per i cani e questa sua paura aveva iniziato ad influire negativamente sulla sua vita. Da quel giorno, infatti, evitava le passeggiate e di andare a trovare amici che possedevano cani, riviveva spesso nei sogni l’accaduto, insomma le limitazioni divenivano sempre più importanti e la sua qualità di vita ne risentiva parecchio. Si è presentata in studio con la richiesta di riuscire ad affrontare le sue angosce e di riacquistare fiducia nel cane.

Dopo un importante lavoro clinico e l’utilizzo di tecniche psicoterapeutiche specifiche per trattare le fobie, tra cui l’avvicinamento graduale alla situazione temuta, partendo dalla fase immaginativa, e progredendo per gradi sempre maggiori, fino alla fase concreta, è giunto il momento per M. di incontrare e trascorrere del tempo in una stanza con un cane. Quando la ragazza è arrivata in studio era un fascio di nervi, tesissima, ma allo stesso tempo desiderosa di affrontare la sua paura e vincerla. Dopo una prima fase di rilassamento indotto, è giunto poi il momento di far entrare Blanka in stanza. Con cautela, tenendo il cane stretto al guinzaglio e restando a debita distanza affinchè M. si sentisse sempre in un ambito protetto, abbiamo provato a dialogare parlando di temi diversi, banali e futili: dapprima stretta e chiusa in posizione protettiva mi parlava con gli occhi puntati sul cane, poi, pian piano, notando l’indifferenza di Blanka (che nel frattempo era stesa sul suo cuscinone a godere del tepore dei raggi solari che entravano dalla finestra), ha iniziato a rilassare le spalle, i muscoli delle gambe, fino ad alzare lo sguardo da lei per incontrare il mio, che la attendeva incoraggiante e rassicurante al tempo stesso. Continuava a ripetere, stupita: “non mi degna di uno sguardo!”. Come primo giorno poteva bastare. Era stata bravissima. Aveva trascorso 15 minuti in uno spazio chiuso in compagnia di un cane.

Le sedute successive sono state poi tutte una meravigliosa ascesa: la compagnia del cane iniziava ad essere piacevole e fonte di divertenti osservazioni sulle sue buffe posizioni assunte sul cuscinone, sugli occhi languidi con cui richiedeva premietti o attenzioni, le orecchie “a coppa” ed il codino che roteava quando la vedeva entrare in stanza. M. pian piano è arrivata a farle una carezza sul costato (mai in testa!), poi a darle del cibo, poi a sentirsi sicura nel vederla gironzolare liberamente nella stanza, in ultimo, con mia immensa fiducia e fede nel mio cane e suo stratosferico orgoglio, l’ha portata a spasso. Felicissima, ha voluto che le scattassi delle foto perché nessuno le avrebbe creduto! Vederla tornare a vivere e sorridere serena in compagnia di un cane è stato davvero emozionante!

Oltre ai positivissimi esiti, è però doveroso riconoscere che è stato un percorso molto impegnativo: affrontare paure e fobie non è mai semplice, non è nemmeno qualcosa che si può risolvere in un paio di sedute. Un buon lavoro richiede determinazione, pazienza, costanza, rispetto dei personali tempi interni della persona, non in ultimo un cane affidabile e preparato. Certamente la sua forza di volontà, il desiderio di poter tornare alla vita normale, di ritrovare il piacere di passeggiare e sentirsi di nuovo sicura per strada, di poter trascorrere del tempo con gli amici e i loro cani, di sentirsi finalmente libera dalle paure, sono state delle ottime motivazioni e vera forza propulsiva del trattamento. M. ci ha messo l’impegno, io tutta la mia professionalità, e Blanka? Beh, lei è stata il quid che ha fatto la differenza!

Dott.ssa Valentina Rucco Psicologa, Psicoterapeuta, Tecnico di Pet Therapy

N.B. Le tecniche utilizzate e brevemente menzionate fanno parte di più ampi programmi volti al trattamento delle paure e delle fobie, per i quali occorre adeguata formazione e specializzazione, sia in campo psicoterapeutico che in quello della terapia con gli animali. Si sconsiglia l’amatoriale riproduzione per i non addetti ai lavori, i danni potrebbero essere molto gravi.